Nonsolotetta

Se ne dicono tante sull’allattamento al seno.
È uno degli argomenti più gettonati sul web e fuori dal web, nei salottini dei pediatri e al supermercato, sulle riviste di puericultura e su quelle di chirurgia estetica.
E ultimamente è talmente gettonato da trovarsi al centro di una tempesta su fb, che ha gentilmente vietato di postare fotografie di mamme che allattano, perché considerate oscene.
Roba da matti.
Di tetta e latte si parla e si scrive a vario titolo.
C’è chi inneggia all’allattamento a richiesta e ad oltranza, promuovendo campagne mirate alla sensibilizzazione della mamme e future mamme (tristissima questa cosa: dover rieducare l’essere umano femmina, mammifero e naturalmente ” lattifero” ad un gesto che dovrebbe essere assolutamente spontaneo e scontato).
E c’è chi invece vede come il fumo negli occhi chi allatta e chi raccomanda di allattare.
Perché allattare significa essere schiave, perché i figli allattati a lungo sono dipendenti e mammoni, perché la mamma che offre la tetta ad un bambino maggiore di sei mesi è una madre simbiotica, perché sta assecondando un bisogno che è solo suo (esilarante l’immagine di una mamma con tetta al vento che insegue il figlio di due anni in fuga! Se ne vedono ogni giorno, vero?).
Fino ad affermazioni deliranti e quasi divertenti che ravvisano nell’allattamento prolungato, la scaturigine di disturbi del comportamento alimentare, identificando nel seno un oggetto persecutorio e minaccioso (e dimenticando che in letteratura le madri delle ragazze anoressiche sono descritte come fredde, mutevoli, incostanti, manipolative e anaffettive. Madri a basso contatto, la cui esigenza simbiotica non si manifesta con un eccesso di affettività,ma al contrario con un controllo spasmodico e distante sulle figlie. Senza considerare che nella mia minuscola esperienza, tutte le ragazzine con DCA che ho conosciuto erano state allattate per pochissimi mesi, se non mai, e poi nutrite con il biberon; ma i miei dati sono esigui e non costituiscono certo una statistica.)
Ma è facile fare confusione, più per mala fede che per ignoranza a mio parere, rimescolando le carte in modo da dar vita ad un’insalata mista di nozioni pseudo psicoanalitiche che possono solo offendere chi di psicoanalisi si occupa davvero.
Di seno persecutorio parlava già la Klein, ma in un’ottica che nulla aveva a che fare con il naturale allattamento prolungato e a richiesta. (Fa un po’ specie agli ostinati psicodetrattori dell’allattamento prolungato, ricordare che per Melanie Klein il seno cattivo non è quello troppo presente,ma,al contrario, quello assente. Quindi preferiscono dimenticarlo!)
Anche perché la Klein scrisse i suoi tesi più importanti tra la fine degli anni ’20 e la fine degli anni ’50 e il latte artificiale non c’era, o meglio, il biberon era relegato ad un uso limitato ad orfani e casi particolari: allattare i bambini al seno e a lungo era la regola, quindi proprio non si perdeva tempo a valutare una cosa che era assolutamente normale.
Se mai se ne osservavano le distorsioni.
E tra l’altro secondo la Klein il seno cattivo (perché assente)era semplicemente l’altra faccia della medaglia del seno buono, quindi, anche qui, si rientrerebbe nel campo dello sviluppo normale del bambino normale.
Ma transeat, mi sono fatta trascinare, non era di questo che volevo scrivere, quanto, piuttosto di come sia emozionante osservare le varie fasi di crescita di un bambino proprio attraverso l’evoluzione del suo rapporto con la tetta.
Quando hai letto la teoria, sei sempre un po’ intimorita dal diventare madre, soprattutto al primo figlio. Dal secondo in poi impari a rilassarti.
E a guardare il miracolo che hai tra le braccia senza badare a tabelle e senza andare a consultare i testi sacri ogni volta che tuo figlio fa un ruttino.
Beh si, hai letto Winnicott e la Klein, appunto, sai come vanno queste cose….
Ma quanto è bello dimenticare tutte le nozioni per riscoprirle, dal vero, guardando tua figlia…
Ricordare la bimba appena nata che vede te,mamma, nella tua tetta, nella sua boccuccia, quel tutt’uno perfettamente simmetrico, nel quale tu, lei, la tetta, il latte, siete una cosa sola….
Rivedere la bimba di sei mesi che aspetta il seno della mamma, ormai distinto dalla mamma intera, che le sorride, che un po’ ciuccia e un po’ gioca, e si addormenta lì felice, con espressione beata.
E poi ancora l’evoluzione dalla tetta-pappa-contatto, alla tetta-pappa e tetta-contatto…
Fino al momento in cui ti accorgi che tua figlia non cerca più il seno, ma cerca te, che preferisce le tue braccia e le tue parole, che il seno non serve più a consolare o a soddisfare altri bisogni, ma che c’è tutto un mondo di sensazioni e di comprensione da poter offrire.
Fragola nelle ultime sere si è addormentata tardi, nervosa e stanca per via della tosse.
Ma si è addormentata tra le mie braccia,nel lettone,non al seno.
Due ciucciate di buonanotte, poi cerca una posizione comoda, stretta stretta al mio corpo, prende una ciocca dei miei capelli tra le dita e si addormenta.
Un’altra fase sta passando.
Un altro tassello nella sua crescita, nella sua mente che diventa grande e si stacca da me.
Ogni giorno un po’ meno “pezzo di me”.

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Informazioni su Melia

Mi chiamo Valentina, Melia è il diminuitivo di Melissa, il nome della mia gatta nera. Sono una che scrive, da sempre, e che lotta, da sempre. E che cresce con i propri figli. Da sei anni.
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22 risposte a Nonsolotetta

  1. molto bello e intenso. mi sono ritrovata 😉
    ciao

  2. Daria ha detto:

    Grazie Valentina! Che bel articolo!

  3. LaEli ha detto:

    Bellissime parole.
    Mi hai commossa.
    Piango un po’ e le lacrime non si fermano.
    Le lacrime di una mamma che non si è ancora perdonata per non essere riuscita ad allattare il suo bimbo.

  4. orne ha detto:

    hai scritto tutto quello che mi sarebbe piaciuto dire a tutte le persone che ANCORA mi criticano…e basta non se ne può più!!io allatto e allatterò finchè ines vorrá!(di notte, di giorno, di mattina, al parco e al super)e poi finchè gaia vorrà(di notte, di giorno, di pomeriggio, al parco, in autobus)
    grazie valentina

    • Melia ha detto:

      Anche io allatto ovunque e ho imparato a non considerare gli sguardi, a tratti disapprovanti, di chi mi sta intorno… Allattare non è un gesto osceno, come vorrebbero farci credere…. Perdinci! È la cosa più naturale del mondo!

  5. francesca ha detto:

    Davvero bello, mi sono ritrovata nelle varie tappe della visione della tetta, anche se, ahimè, sono già nella fase in cui non fa più parte del rapporto col mio cucciolo di quasi due anni (per sua scelta naturale e spontanea). Però il nostro rapporto si è arricchito di tante altre cose e gesti…..ora mi viene incontro chiedendo un bacio e dicendo “ti voglio tanto bene”……..

  6. Fabiana ha detto:

    bellissimo! e mi ci ritrovo in tutto…grazie grazie! è bello sapere che non sei l’unica “aliena” a pensarla così!

  7. Ivana ha detto:

    grazie ❤

  8. Beatrice Alvino ha detto:

    Una delle riflessioni più belle sull’allattamento! Complimenti davvero e… approvo ogni singola parola!

    Bea (mamma felicemente allattante da 13 mesi)

  9. Valentina ha detto:

    Commovente 🙂

  10. Valentina ha detto:

    Bellissimo articolo, mi ci ritrovo in ogni parola…
    E’ sempre appagante seguire il proprio istinto di mamma e scoprire ancora una volta che la natura è unica e perfetta e basta a sè stessa.
    Un caro abbraccio sorella di tetta (e di nome!)!

    • Melia ha detto:

      Eh si…. Se solo si riuscisse a farlo capire alle tanti madri sfiduciate che hanno paura di seguire la propria pancia e si rimettono ai pareri di esperti interessati…..

  11. Serena ha detto:

    bellissima testimonianza! mio figlio ciuccia a 32 mesi e tra 2 mesi arriva la sorellina, ha già diviso le tette tra lui e sua sorella. Dice che la “nana”(il seno) sa di zucchero ed è la coccola più bella prima di cena per rilassarsi dopo una giornata al nido e al parco con mamma e papà!

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